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Cena conviviale e assemblea

L’associazione Progetto Prijedor invita soci, amici e sostenitori a partecipare ad un incontro conviviale che si realizzerà in data 2 Marzo 2023.
Tre anni di Covid non hanno fermato le nostre attività, durante la serata il direttivo farà un aggiornamento sui progetti di sviluppo economico, socio assistenziale a Prijedor – Bosnia Herzegovina.
La serata è organizzata il giorno 2 Marzo 2023 dalle 18:00 presso il Bar Terzo Tempo di Villazzano, in via Valnigra n°69.


Ecco il programma:
18:00 ASSEMBLEA
19:30 CORO MADAMADORE’
20:00 CENA a base di polenta, spezzatino e patate.


La cena è ad offerta, è richiesta la prenotazione al seguente numero: 3403225086 (Silvano) 

Sviluppo sostenibile di Prijedor, il ruolo dell’agricoltura biologica.

Nell’ambito del progetto triennale che l’associazione APP porta avanti, abbiamo parlato con Massimiliano Pilati esperto sul tema del biologico, che è stato formatore di alcuni incontri rivolti ad agricoltori e impresari di Prijedor che si vogliono avvicinare a questa tematica.

Perché è importante parlare di biologico oggi in Bosnia?

L’agricoltura biologica e certificata può essere un valido volano per uno sviluppo sostenibile locale. Territori come quello bosniaco possono infatti trarre notevole vantaggio da un approccio attento all’ambiente e al contempo attento ad uno sviluppo economico locale “dolce”.

Quale era l’obiettivo della formazione e quali argomenti hai trattato?

Parlare di biologico oggi in Bosnia è importante perché presenta un territorio potenzialmente predisposto a forme di agricoltura sostenibili dal momento che non vi sono ancora molte zone con un forte impatto dato da forme di agricoltura intensiva e al contempo il suo sistema agricolo è in una fase in cui si potrebbero inserire forme di agricoltura certificata e biologica. Nei miei interventi formativi, soprattutto durante quelli in presenza a Prijedor, ho infatti cercato di evidenziare i pregi dati dall’unica forma di agricoltura che in ogni suo singolo percorso può interamente garantire tracciabilità, trasparenza e chiarezza in ogni suo input immesso nel processo.

Che cosa ti porti a casa a livello di apprendimento ed esperienza?

A casa mi porto una maggiore conoscenza di un territorio con delle capacità e delle potenzialità enormi ma ancora molto, molto fragile e che ha bisogno ancora di supporto e di aiuto. Al contempo porto a casa l’incredibile voglia di fare delle molte persone che ho incontrato con il poco che hanno.

DIARIO di viaggio a Prijedor dal 16 al 19 novembre 2022

Finalmente dopo due anni di pandemia che ci ha costretti a mantenere i contatti solo in modalità on-line, siamo riusciti come Associazione Progetto Prijedor a fare una visita in presenza alla città, all’ufficio ADL, alle scuole e soprattutto con l’Amministrazione Comunale di Prijedor.
Il primo incontro lo abbiamo fatto con l’Associazione “NEVEN” di Prijedor fondata nel 1987 ad opera di alcune mamme di bambini/e disabili con l’intenzione di offrire un centro diurno, dopo l’obbligo scolastico (con classi differenziate) alle ragazze/i dai 18 anni in su.
Sono presenti all’incontro i tre rappresentanti dell’associazione Progetto Prijedor (Ezio Pilati presidente e due componenti del Direttivo Silvano Pedrini e Dario Pedrotti), il Comune di Prijedor con l’assistente sociale Nenad Dobrijevic, la cooperativa Neven con la mamma fondatrice, la presidente Vesna Beric e la ex dirigente scolastica Milena Sljokavica, l’APP di Prijedor con Sladjana Miljevic (segretaria ed interprete), Amelia Torniero (Servizio cultura PAT), il Comune di Trento con l’Assessora Mariachiara Franzoia e il Comune di LAVIS con il vicesindaco Luca Paolazzi.
Il presidente Ezio Pilati illustra ai presenti la risposta in merito alla loro richiesta di sovvenzione per una ristrutturazione dello stabile, adeguato ai bisogni dei portatori di handicap. L’APP non può farsi carico di questo specifico aspetto. Se non si possono supportare ristrutturazioni su proprietà del Comune di Prijedor però, è possibile pensare ad altri ambiti di intervento di tipo socio/pedagogici. Su questo, l’associazione, che non ha competenze specifiche, ha già chiesto alla realtà trentina similare Anffas il supporto, ricevendone piena disponibilità. Un piccolo progetto ed un piccolo contributo potrebbe essere già avviato nei prossimi mesi. Da qui si potrebbe partire per iniziative poi più consistenti e articolate.
La responsabile di Neven afferma la necessità, piano piano, di dovere cambiare la legislazione in essere in questo campo. Non c’è ancora una sensibilità politica che miri a guardare oltre. Una volta terminata la scuola, per questi ragazze/i non c’è alcuna prospettiva. Dopo l’obbligo scolastico, non c’è sbocco e la situazione diventa ancora più critica dopo la morte dei genitori. Non esistono strutture atte ad accoglierli ed anche le autonomie raggiunte, vengono meno. Spesso vengono alla fine inseriti in ospedali psichiatrici, orfanotrofi e da qui il declino è breve. E’ una vera emergenza sociale perché diventano “figli di nessuno”. La Presidente, anche mamma di due gemelline disabili di cui una deceduta recentemente, si sofferma su un breve excursus storico.
L’associazione è nata nel 1987, quando Milena era direttrice della scuola e si occupava di quello che era la scuola speciale, il “Centro Sole”, una baracca all’interno degli spazi scolastici. Successivamente, siamo stati espulsi da questo spazio perché la regola del Ministero dell’Istruzione Srvska afferma che gli edifici scolastici possono essere usati solo per l’istruzione. Dopo una baracca dietro la scuola economica, ora siamo riusciti ad avere questo spazio dal Comune di Prijedor. Il 30 dicembre 2013, i genitori infatti si sono mobilitati con una manifestazione ad oltranza fino all’ottenimento di una risposta ed all’assegnazione di questo spazio. Nel 2014 vengono assegnati questi spazi e UNDP e l’ambasciata svizzera hanno sostenuto l’allestimento; la città di Prijedor ha supportato l’allestimento. Il Comune interviene con circa 60.000 marchi bosniaci (circa 30.000 Euro) all’anno ma la cifra non è sufficiente per tutti i bisogni. I servizi sociali non hanno risorse ed anche l’assistente sociale preposto, fa molte ore non pagate, da volontario. Quattro sono i dipendenti (la cuoca che si occupa anche delle pulizie). Purtroppo la situazione economica di questi ragazzi è difficile per loro e per le loro famiglie. Ogni giorno viene garantita agli utenti dalle 7.30 alle 9.00 la colazione e dalle 11.00 alle 11.30 un pasto caldo (cosa non scontata se rimangono a casa). Quarantadue sono gli iscritti, lo spazio però è ristretto per cui, possono accedere al Centro a giorni alterni, una ventina di persone solo.
Abbiamo modo di verificare alcune loro attività: preparazione di babbucce di pezza, borse di pelle, grembiuli, tovaglie, centri tavola, piccoli manufatti fatti con materiali di riciclo e l’assemblamento meccanico di un piccolo manufatto. Per fortuna – ci dicono- da internet possiamo attingere molte idee ed ogni tanto facciamo un mercatino. La visita e l’incontro con i fruitori del servizio è rallegrata dalla serenità e dall’orgoglio di mostrarci il pane appena infornato, le babbucce appena cucite ed i sorrisi che superano anche le barriere linguistiche. Poi però il volto della presidente si fa comunque cupo: “non riusciamo però a stare vicino ai casi più gravi e a tutte le richieste che sono in aumento. ”E’ una mamma che sta pensando ad altre mamme preoccupate…”
Quello che si sta cercando di progettare è la costruzione di case famiglia dove poter inserire queste persone, concedere loro una vita dignitosa, con le autonomie acquisite e inserite anche nel tessuto economico con dei laboratori per piccoli lavori. Abitazioni protette, non orfanotrofi, non manicomi: questo chiedono questi genitori . Un terreno sarebbe già stato individuato dal Comune di Prijedor per questo scopo; per ricevere i fondi statali bisogna avere “attivo un codice “ di un’attività che ancora non c’è. E così è un gatto che si morde la coda, questo ingarbuglio burocratico. Ci chiedono di farci voce presso le autorità per cercare di uscire da questo circolo vizioso burocratico che sta ingabbiando il sistema.
L’assessora Mariachiara Franzoia del Comune di Trento assicura che si farà ambasciatrice di questa richiesta.
Dobbiamo chiudere purtroppo l’incontro per altri impegni ma sicuramente il calore umano che abbiamo trovato, ci riscalderà tutta la giornata……
Incontro in sede APP PrijedorPresenti: Docente coordinatrice del Dipartimento e del Consiglio degli Studenti prof.ssa Milica Dieric del LICEO “Sveti Sava”di Prijedor responsabile per 7 anni del progetto “Prijedor città dei murales”, Delegazione APP a Prijedor, APP di Prijedor Sladjana Miljevic (impiegata ed interprete), Pat ( Servizio cultura) Amelia Torniero
L’incontro inizia con la presentazione da parte della prof.ssa sul valore dell’arte come veicolo di speranza per il futuro. I giovani del Liceo vogliono conoscere il Trentino, l’Italia, l’Europa e questo lo si può fare proprio attraverso l’arte. Gli studenti sono molto interessati a conoscere ed approfondire la cultura italiana. L’idea sarebbe quella di creare all’interno dell’edificio scolastico, una stanza dedicata, ove studiare la lingua, conoscere di più la cultura, operare uno scambio costante tra le scuole/classi o con scuole d’arte o studi artistici come Andromeda. Era stato attivato, prima della pandemia, un progetto con il Liceo GALILEI di Trento, grazie al coinvolgimento della prof.ssa Bonvicini ed un collegamento con il liceo classico (ACS): si potrebbe vedere di riattivare queste preziose collaborazioni, suggeriscono i delegati APP. Si ipotizzano degli step progettuali.
Il primo passo potrebbe prevedere una azione a breve termine che è comunque da dettagliare e presenta dei problemi da risolvere; si potrebbe poi pensare ad allargare la prospettiva in ottica di ampliamento e con tempistiche e modalità differenti.
Il primo passo suggerito è quello, anche magari con il supporto delle politiche giovanili, del Servizio cultura (da verificare con la Dirigente Dott.ssa Schiavuzzi) come poter mettere in collegamento la realtà scolastica rappresentata con l’associazione Andromeda di Trento ( la scuola ha già avuto precedentemente un contatto con loro) o con altre realtà territoriali che si rendano disponibili.
Si ipotizza (progetto a breve termine):
1. Quando? primavera 2023
2. Scegliere degli studenti meritevoli che possano venire in Italia, “essere testimoni di bellezza” a scuola: una cittadinanza attiva che deve partire non guardando alle recenti ferite inferte dal conflitto, ma che vuole promuovere partecipazione guardando oltre …
3. Viaggio documentato: primo allestimento di una mostra a tema al rientro a scuola. Bisogni: organizzazione del viaggio studio (sistemazione, soggiorno, pasti…). Finanziamento? Costi del viaggio: copertura ad opera della scuola. Coinvolgimento di altre realtà? es: Museo Storico…etc.

I rappresentanti di App chiedono che comunque ci sia anche una compartecipazione delle famiglie coinvolte.
La prof.ssa Amelia Torniero afferma che anche se la Bosnia non fa parte della Ue, può rientrare nella progettualità Erasmus e che anche la scuola può attivarsi pertanto in tal senso e vedere come poter ottenere dei finanziamenti su progetti specifici.
I rappresentanti di APP riportano come, fino ad oggi, gli scambi con e tra classi trentine e bosniache abbiano consentito di superare molti problemi logistici (es: scambio di ospitalità) ed abbiano creato relazione. Per quanto riguarda la richiesta specifica della prof.ssa dell’attivazione di un corso di lingua italiana, l’associazione non è in grado di garantirlo, ma la scuola può rivolgersi all’ambasciata italiana a Sarajevo. Per supportare una progettualità, si fa presente che è utile predisporre :
• presentazione della scuola proponente
• bisogni/aspettative
• dettagli operativi
Viene consegnato del materiale in lingua inglese sulla Ue, offerto da Edt della Pat a supporto della divulgazione dei valori europei e consegnati alcuni gadget.

Inaugurazione del 9° murales

PRESENTI: Sindaco di Prijedor, alcuni assessori, alcune classi scolastiche e cittadinanza. Delegazione APP: Ezio Pilati (presidente), Silvano Pedrini (consigliere) e Dario Pedrotti (vicepresidente), App – sede Prijedor: Sladjana Miljevic e Dragan Dosen (interpreti), Comune di Lavis: Luca Paolazzi (vicesindaco), Comune di Trento: Mariachiara Franzoia (assessora), Pat (Servizio cultura): Amelia Torniero.

In un clima festoso, la cittadinanza si incontra e guarda alla bellezza dell’arte che può farci superare odio, rancore. Viene sottolineato il valore della cultura proprio come espressione di rinascita e speranza. Il progetto, tramite l’associazione, è finanziato nello specifico dal Comune di Lavis. In rappresentanza del comune, interviene il vicesindaco Luca Paolazzi e per l’APP il presidente Ezio Pilati. Ci si dà già un nuovo appuntamento: si aspetta il 10^ murale!

Incontro presso la scuola economica e turistica di Prijedor

PRESENTI. Vicepreside e coordinatrice pedagogica, APP: due rappresentanti, App sede Prijedor: Sladjana Miljevic (interprete), Pat (Servizio cultura): Amelia Torniero.

Silvano Pedrini fa presente che lo scorso anno, via mail una classe della scuola (referente la prof..ssa Dajana) aveva attivato una collaborazione con la realtà scolastica del Liceo Galilei grazie alla disponibilità della prof.ssa Laura Bonvicini. I ragazzi trentini sarebbero interessati a continuare la collaborazione; quest’anno i rapporti si sono interrotti per l’assenza per maternità della prof.ssa Dajana. La vicepreside afferma che la prof.ssa Cristina, che collabora al posto di Dajana, è propensa e disponibile anche perchè in tutto supportata dalla docente in maternità. La coordinatrice scriverà ad entrambe per riprendere l’attività e contatteranno la prof.ssa del Galilei , la prof.ssa Bonvicini. Ci si aspetta pertanto il riavvio dell’intera procedura per ripartire. Dopo l’incontro mirato, ci vengono illustrate le peculiarità della scuola. Ci sono corsi di 3/ 4 anni; 2 gli indirizzi principali: 1- economico, commerciale 2- alberghiero. L’interprete ci spiega come il problema sia fare rimanere i giovani. Il tedesco qui è molto studiato a scuola , dalla terza elementare. Tutti ambiscono ad andare all’estero, soprattutto in Germania. E’ un grande problema sociale la migrazione giovanile.

Incontro presso il Comune di Prijedor

PRESENTI. Comune di Prijedor: Slobodan Javar (sindaco), Danijela Dodos (capo di gabinetto), Dragan Vulenovic (assessorato alle attività sociali), Zario Hovacevic (vice sindaco), Rade Rosic (assessore all’economia ed imprenditoria), Preda (agenzia per lo sviluppo locale): Aleksandar Drljaca (presente nella prima parte dell’incontro per altri impegni istituzionali), Comune di Trento: Mariachiara Franzoia (assessora), Comune di Lavis: Luca Paolazzi (vicesindaco), APP: Ezio Pilati (presidente), Silvano Pedrini (consigliere) e Dario Pedrotti (vicepresidente), App – sede Prijedor: Sladjana Miljevic e Dragan Dosen (anche interpreti), PAT (servizio cultura): Amelia Torniero.

Dopo le presentazioni, il Sindaco, prende la parola ed in merito all’apertura del punto vendita (previsto dal progetto triennale sostenuto dalla Provincia Autonoma di Trento), ultimo step del progetto finanziato, si fa garante nella sua persona, del completamento dell’opera, entro il termine previsto. L’Assessore all’economia di Prijedor assicura di voler portare avanti il progetto, l’economia locale ha avuto un rafforzamento da questo. La situazione è stata rallentata dal fatto che si è dovuta cambiare la località prima designata, individuarne una nuova che fosse abbastanza in centro, vicino alla zona pedonale. Tutto però è già pronto: progetto di ristrutturazione, architetti. Il settore agricoltura/industria è un settore produttivo che ha tutta la nostra priorità. Il Sindaco di Prijedor assicura che si potrà partire al massimo lunedì 21 novembre 2022. Il Comune ha lavorato per smuovere tutti gli ostacoli di natura burocratica e per questo, i rappresentanti hanno avuto delega per poter dare compimento a quest’opera come da progetto. Dragan (responsabile APP in loco ed interprete) sarà il delegato ufficiale dell’opera.
L’assessora Mariachiara Franzoia si complimenta per questa garanzia. Assicura piena collaborazione per il futuro da parte del Comune di Trento perché ha potuto constatare molti importanti frutti. In due partners, si lavora meglio. Il vicesindaco di Lavis, si complimenta anche del progetto murales. Lavis finanzia da anni questo progetto e ha finanziato in particolare quello di questo anno perché la cultura è un ponte tra i popoli. Ha una grande valenza sociale, economica e fa bene all’intera comunità. Si spera che possano andare avanti gli accordi presi, anche per il futuro.

Il Direttivo APP evidenzia come, oltre al murales, lo sportello informativo, un punto locale di vendita dei prodotti locali, costituiscano un progetto di grande valenza per l’associazione. Progetto nato nel 2018, e causa pandemia prorogato. Importanti gli interventi nell’ambito del microcredito a supporto dell’economia locale; da qui bisogna però pensare anche alla continuità una volta finito il progetto (Euro 45000). Si è investito molto sulla formazione degli operatori, sulla scuola agraria che ne consegue un buon indotto per tutta la città di Prjiedor. I giovani sono stati coinvolti, in particolare 16 giovani; alcuni si sono persi ma alcuni li ritroviamo proprio qui membri di questo Comune. Questo percorso si chiuderà con 2 seminari a tema (1 a Tn ed 1 a Prijedor) entro i primi di dicembre. Continueremo come associazione il nostro sostegno anche con l’aiuto fondamentale del Comune di Trento. Si è lavorato nelle scuole con le ACS (Associazioni Cooperative Scolastiche), con scambi culturali, con le scuole musicali. il progetto prevede una progettazione partecipata: non vuole essere qualcosa calato dall’alto. Il “Centro Integrato Kozara”, non vuole essere una cattedrale nel deserto ma un memorandum perché da subito si pensi a come andare avanti: è fondamentale questo. Piccoli passi ma nel segno della continuità. Si può pensare ad esempio a vendere lì anche i manufatti della cooperativa Neven.
L’assessora Franzoia a tale proposito interviene chiedendo veramente di guardare avanti. Ha visitato belle realtà e nel pomeriggio si recherà a Lubia. Auspica un supporto anche nelle politiche sociali locali e chiede di cercare di supportare anche la realtà di Neven (come aveva lì promesso), contro il pericolo della gabbia burocratica, snellendo le procedure, ove possibile. Anche a Trento, le cooperative a supporto della nostra storia ci dicono che molto si può realizzare insieme: bisogna spingere perché i problemi burocratici vengano risolti. Investimenti ci sono, si possono trovare ma ci vuole collaborazione: ognuno deve fare la propria parte.
Danjela Dodos prende nota di queste importanti osservazioni di cui si cercherà di fare tesoro delle future progettualità politiche. Afferma che il direttore di Preda è stato con loro fino alle 10.00 ma poi era purtroppo impegnato in un consiglio per il turismo; Preda è però coinvolta nel progetto ed un importante punto di riferimento.


Amelia Torniero viene invitata a parlare dal capo delegazione, presenta il Servizio cultura della Pat e porge i saluti ed i ringraziamenti a nome della dirigente A. Schiavuzzi. La mia presenza è la dimostrazione di come, oltre al Comune di Trento, anche la PAT sia “sensibile” alle tematiche ed ai progetti che coinvolgano in particolare le attività giovanili, gemellaggi tra scuole…etc. Per quanto riguarda le problematiche sociali, di integrazione precedentemente evidenziate, modelli scolastici da confrontare, dò la disponibilità ad accompagnare gli interessati, per visionare un modello integrato di scuola (non differenziato) in essere nella realtà trentina. Grazie a questo, si può creare un sistema strettamente legato al territorio, creando un tessuto sociale produttivo che valorizza tutte le parti coinvolte, con conseguente evidente benessere sociale.


L’assessore alle politiche sociali Dragan Vulenovic, ringrazia per questa nuova disponibilità e per questa attenzione alle politiche giovanili e sociali. Ringrazia l’associazione per l’attivazione dell’affidamento a distanza (dopo il conflitto). E’ consapevole delle problematiche del centro Neven e di quelle di Lubia. Si sta cercando di vedere come superarli.
L’incontro si chiude evidenziando proprio l’importanza di questo progetto, progetto che collega e fa crescere insieme le comunità in clima di pace e costruttivo a beneficio della società.

Incontro presso la scuola agraria di Prijedor

PRESENTI. Dirigente scuola: Goran Anicic, Gruppo docenti: prof.ssa Jovanka Drazic ed altri, Comune di Trento: Mariachiara Franzoia (Assessora), Comune di Lavis: Luca Paolazzi (vicesindaco), PP: Ezio Pilati (presidente), Silvano Pedrini (consigliere) e Dario Pedrotti (vicepresidente), App – sede Prijedor: Sladjana Miljevic e Dragan Dosen (anche interpreti), PAT (servizio cultura): Amelia Torniero.

L’incontro si apre con un cordiale benvenuto.Il rapporto con la scuola agraria è ventennale ed è stato un ponte che ha dato molti frutti. La prof.ssa Jovanka conferma le parole del Dirigente ed aggiunge: ”Siete stati la nostra finestra verso il mondo, dopo la guerra”. Grazie a questo progetto, si sono ampliate le conoscenze sulle nuove tecnologie, si è aperta a scuola la filiera del formaggio, dei succhi di frutta, marmellate, verdure sottolio e aceto( di cui ci offrono un assaggio…). E’ stato aperto qui il nuovo corso agrituristico (prima che in Trentino). I nostri ex studenti ricordano i viaggi studio, gli scambi con la vostra realtà ed ancora oggi parlano di questo.
L’Assessora Franzoia sottolinea l’importanza del valore della RECIPROCITA’ ; testimonia di aver visto quanto è stato fatto in questi anni dall’associazione e quanto sia importante riprendere questa azione, soprattutto dopo il periodo pandemico.
Anche il vicesindaco Paolazzi evidenzia l’importanza del rapporto scuola- territorio- economia.
Silvano Pedrini fa una sintesi di conclusione del progetto: favorire lo sviluppo della comunità attraverso un’azione partecipata. Quaranta sono state le borse di studio per la formazione dei giovani; è stato realizzato microcredito a favore delle piccole imprese. Il progetto prevede anche, come conclusione, uno spazio / finestra per i piccoli produttori ed un punto informativo in cui , anche la scuola agraria, potrebbe avere un ruolo. Mancano due momenti formativi ( uno a Prijedor ed uno a Trento) che sono in fase di ultima definizione e si terranno entro i primi di dicembre, superati alcuni problemi tecnici. La collaborazione rimane un fattore importante e determinante. L’incontro si chiude con la visita ai laboratori delle varie filiere e con i più cordiali saluti e la disponibilità alla piena collaborazione vicendevole.
L’ultimo incontro della missione viene effettuato a Liubja, un paesino poco distante da Prijedor in una realtà con gli edifici fatiscenti, molte le strutture abbandonate: un paese dove la povertà la fa da padrona. Ci rechiamo nel centro che garantisce una quarantina di pasti caldi alle situazioni più “difficili”. Qui l’associazione garantisce alla coordinatrice, Karolina Vuruna, una piccola compensazione mensile per il suo lavoro prestato ; i pasti e le utenze vengono sostenuti ora dal Comune di Prijedor e precedentemente dalla associazione stessa. Gli arredi della struttura sono “trentini” e provengono dai salotti dismessi del Grand Hotel Trento. Anche qui ci colpisce l’amore e la forza di andare avanti in questo contesto difficile. Quando arriviamo, gli ospiti hanno già pranzato e sono andati via ma c’è ancora “profumo” della zuppa di fagioli. Hanno lasciato un piccolo dono per l’assessora Franzoia e per me: due calde babbucce fatte a mano. Mentre un ospite ci fa vedere orgoglioso la struttura, e i pappagallini a lui affidati, il resto della delegazione consegna i pacchi di vestiario che abbiamo sul furgone. Il sorriso che ci ha accolto, ci accompagna riscaldandoci in questa fredda giornata piovosa. L’assessora ed il vicesindaco devono ripartire e, dopo un piccolo tragitto in esplorazione e studio del territorio, ci salutiamo. Il resto della delegazione rientra a Prijedor per fare il punto.

L’esperienza di Asia, tirocinio e tesi sul microcredito in Bosnia Erzegovina.

La redazione ha incontrato Asia Manneschi che ci ha raccontato la sua prima esperienza di tirocinio con l’associazione Progetto Prijedor.

Ci racconti un po’ di te?

Sono Asia Manneschi e mi sono laureata in Sviluppo Economico e Cooperazione Internazionale nel 2021 presso l’università degli studi di Firenze.

Come hai conosciuto l’associazione e il progetto?

Verso la fine del mio percorso di studi, mentre mi domandavo cosa avrei fatto dopo, ho avuto modo di conoscere meglio un mio professore, che sarebbe diventato poco dopo il mio relatore, il Prof. Alessandro Cocchi.

Con il Prof. Alessandro abbiamo analizzato varie possibilità di tesi e, visto il mio interesse a realizzare una tesi pratica, mi ha proposto di analizzare e seguire un progetto al quale lavorava con l’Associazione Progetto Prijedor di Trento.

È nata così la mia tesi: “Il microcredito come strumento di sviluppo locale, il caso della Bosnia Herzegovina”. Ho conosciuto in quel periodo l’associazione e grazie alla loro disponibilità ho avuto accesso a tutti i documenti che mi servivano, ho avuto la possibilità di intervistare i referenti locali a Prijedor Dragan e Sladja e sono riuscita a scrivere un’ottima tesi.

Quale è stato il tuo ruolo nel progetto?

Dopo essermi laureata è arrivata la proposta da parte dell’associazione per collaborare con loro. Grazie a questo ho continuato a seguire per circa un anno il progetto che avevo studiato nella mia tesi: “Sostegno allo sviluppo economico-sociale partecipato del territorio e promozione dell’imprenditoria in Bosnia Erzegovina”

Ho continuato a lavorare al progetto che l’APP è riuscita a costituire, ovvero, presso una banca locale, un fondo di micro- credito per facilitare le condizioni che ostacolano l’accesso ai finanziamenti per le start- up e per i piccoli imprenditori.

Ho anche seguito, tra le altre cose, l’organizzazione del corso tenuto dall’APP che aveva la finalità di formare i futuri gestori di uno sportello informativo a Prijedor. Questo corso era rivolto in particolare ai referenti locali, per dare loro le basi necessarie per poter aiutare i futuri micro imprenditori locali ad ottenere piccoli prestiti soprattutto nel campo dell’agricoltura.

Verso novembre, in concomitanza con l’attenuarsi dell’emergenza Covid e la necessità dell’associazione di tornare a Prijedor dopo due anni di fermo, ho avuto la possibilità di partecipare alla mia prima missione sul campo e partire insieme al Project manager Franco Turri ed al Presidente dell’associazione Ezio Pilati.

Siamo partiti per la Bosnia da Trento, carichi di mascherine e computer donati dal comune di Trento destinati alle scuole di Prijedor.

Dopo aver incontrato finalmente dal vivo i rappresentati dell’ufficio locale APP e aver fatto il punto della situazione sono iniziate le visite:

Abbiamo incontrato i rappresentati della società di credito Taurus, partner nel progetto, e alcuni beneficiari dei prestiti. Abbiamo così verificato le applicazioni pratiche dei micro-prestiti .

Abbiamo visitato, assieme alla sua responsabile Karolina Vuruna, il polo sociale di Ljubija, punto di riferimento per ricevere assistenza ed un pasto caldo. Il centro è importantissimo nella zona visto l’alto tasso di povertà conseguente alla chiusura della miniera.

Abbiamo visitato la scuola agraria di Prijedor, parlato con i professori e visto i laboratori a disposizione dei ragazzi. Molti macchinari sono stati acquistati dall’associazione tramite progetti precedenti. La visita aveva anche lo scopo di capire come risolvere uno dei grandi problemi in Bosnia: la migrazione di molti ragazzi finita la scuola.

Abbiamo partecipato all’inaugurazione di uno dei murales presenti nel centro di Prijedor (anche questo rientrava in un progetto passato dell’associazione).

Abbiamo incontrato il vicesindaco, l’assessore all’agricoltura del comune di Prijedor e i rappresentanti dell’ufficio di democrazia locale (PREDA).

Abbiamo consegnato i computer donati dal comune di Trento alla scuola superiore.

Ho poi avuto modo di visitare alcune famiglie, i quali bambini rientrano nel progetto affidi a distanza, per realizzare un piccolo report che evidenziasse le difficoltà e le carenze basilari di alcune famiglie e quanto questo progetto sia importante per loro.

Questo è solo un piccolo riassunto delle cose che abbiamo fatto durante la settimana passata a Prijedor, grazie alle mie ottime guide ho avuto anche modo di vedere posti nuovi e conoscere la storia profonda di questa cittadina, segnata dalla guerra e dalle tante difficoltà ma con tanta voglia di rialzarsi.

Cosa ti porti a casa per il tuo futuro professionale?

Dopo la mia laurea ero sicuramente decisa a rimanere nel campo della cooperazione e delle relazioni internazionali ma non avevo ancora un progetto definito. Grazie a questa esperienza ho capito che il ruolo del cooperante e del progettista mi piace molto, mi piace l’idea di poter viaggiare ed essere sempre a contatto con realtà diverse, mi piace poter aiutare altri tramite il mio lavoro.

Grazie all’associazione ho potuto realizzare la mia prima esperienza dopo l’università e dopo questa periodo ho delineato meglio il mio futuro professionale, orientando in questo campo sia le mie scelte lavorative che didattiche.

Intervista a cura di Stefania Bortolotti.

Nuovo scambio musicale a Trento il 29 e 30 Settembre

Due importanti appuntamenti si sono tenuti questa passata settimana a Trento.
Le due iniziative sono la dimostrazione che gli scambi restano il cuore dell’associazione Progetto Prijedor che da 25 anni porta avanti un dialogo costante tra giovani, istituzioni e società civile trentina e bosniaca.

Il 29 e 30 Settembre abbiamo ospitato, grazie alla collaborazione del Comune di Trento e il supporto finanziario della PAT, gli alunni e i professori della scuola musicale Savo Balaban di Prijedor- Bosnia Erzegovina.
Il concerto del 29 settembre è stato organizzato presso la scuola Diapason di Trento con un vero e proprio scambio musicale tra le due realtà educative.
Il concerto del 30 settembre, aperto alla cittadinanza, si è tenuto in Sala Falconetto di Palazzo Geremia a Trento alle 20.30.

INVITO ALLA CITTADINANZA : 4 WEBINAR PER RAFFORZARE LA RETE DI COLLABORAZIONE TRA TRENTINO E LA CITTA’ DI PRIJEDOR- BOSNIA E ERZEGOVINA SUL TEMA DELL’AMBIENTE E LA PIANIFICAZIONE PARTECIPATA

L’associazione Progetto Prijedor nell’ambito del progetto di “Promozione dello sviluppo economico-sociale locale della città di Prijedor – Bosnia e Erzegovina” cofinanziato dalla Provincia Autonoma di Trento invita la cittadinanza a partecipare virtualmente a 4 webinar online sulla piattaforma zoom. Nei 4 eventi verranno presentate 4 buone pratiche per la gestione del territorio in Italia nell’ambito dei rifiuti, foreste, esondazioni urbane e distretti biologici. L’evento è realizzato per favorire lo scambio tra territori e rinforzare le competenze dell’amministrazione comunale bosniaca sui temi ambientali e della pianificazione partecipativa.
I webinar transnazionali coinvolgeranno un pubblico italiano e bosniaco e saranno condotti da Gerardo de Luzenberger, facilitatore esperto di tecniche e approcci partecipativi, con la partecipazione di 4 esperti:


Il 28 Giugno alle 11, Giuliano Micheletti, laurea in architettura, imprenditore agricolo
biodinamico e referente per l’Associazione Biodistretto di Trento, ci parlerà dell’esperienza dei biodistretti in Unione Europea e il caso di Trento.

Restando collegati, sempre il 28 giugno alle 12, Jacopo Giacomini, laureato in scienze forestali, esperto di economia e politica ambientale, project manager presso Etifor – spin-off dell’Università di Padova, ci esporrà alcune Buone pratiche europee sulla gestione forestale e i prodotti forestali non legnosi.


Il 30 giugno alle 11, si tratterà il tema degli Approcci partecipati alla gestione sostenibile dei rifiuti urbani, con Federico di Nardo, ingegnere agrario tropicale e subtropicale impegnato in progetti di cooperazione internazionale sul tema della gestione dei rifiuti solidi e lo sviluppo di impianti di compostaggio di piccola e media scala in Italia, Ecuador, Libano,
Palestina e Vietnam, è attualmente impiegato presso l’UNEP (Programma Ambientale delle Nazioni Unite).


L’ultimo appuntamento sarà sempre il 30 giugno alle 12, si parlerà di Gestione ecosostenibile dei sistemi fluviali ed i contratti di fiume con la testimonianza di Giulio Conte, biologo in campo ambientale, direttore tecnico di Ambiente Italia, collaboratore di IRIDRA Srl e SOGESID, collabora con l’Osservatorio Nazionale dei Contratti di Fiume presso il Ministero dell’Ambiente.


Sarà realizzata una traduzione simultanea in bosniaco.
Per partecipare a tutti gli incontri basta collegarsi a zoom utilizzando per tutti gli incontri il link
che segue:
https://us06web.zoom.us/j/84421298528
Info tel. +39 – 3428477101

Breve resoconto della missione fatta a Prijedor da domenica 7 al giovedì 11 novembre 2021.

IL VICESINDACO DI PRIJEDOR HA INCONTRATO LA DELEGAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE PROGETTO PRIJEDOR DI TRENTO

Il vicesindaco di Prijedor, Žarko Kovačević, ha tenuto oggi un incontro con la delegazione dell’Associazione “Progetto Prijedor” di Trento, guidata da Ezio Pilati, Presidente dell’Associazione. 

L’argomento dell’incontro era il progetto triennale, che viene attuato tra la Città di Prijedor e l’Associazione Progetto Prijedor. L’obiettivo del progetto è favorire lo sviluppo locale attraverso il microcredito e il sostegno alle piccole e micro imprese. Il progetto si articola in tre fasi, di cui due sono completate. L’incontro ha discusso le possibilità e le modalità di attuazione della terza fase, che includerebbe l’apertura di un Centro o punto per sostenere lo sviluppo dell’imprenditorialità e dei microimprenditori, nonché la sua ubicazione e sostenibilità. Nel corso dell’incontro è stata espressa la volontà di proseguire il dialogo e la collaborazione tra l’Associazione e l’Amministrazione comunale di Prijedor, che negli anni si è rivelata molto proficua.

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A PRIJEDOR INNAUGURATO L’OTTAVO MURALE CHE SI INTITOLA “IL CIELO E’ IL CONFINE” DELL’AUTORE DRAGAN INDJIC.

La città di Prijedor da oggi ha l’ottavo murale, che si intitola “Il Cielo è il confine”. Questo murale, dipinto dal pittore e grafico academico, Dragan Indjic, ora decora la facciata esterna della Scuola economica e alberghiera di Prijedor.

Attraverso questo murale l’autore invia il messaggio che non ci sono limiti nello sviluppo personale.

– Come ex studente della Scuola economica, volevo dire in qualche modo che l’istruzione formale non deve essere la fine, che gli studenti possono sempre migliorare e imparare in altre direzioni – ha detto Indjić.

Il presidente dell’Associazione degli artisti di Prijedor, Boris Eremić, afferma che quest’anno sono state presentate 18 opere provenienti da Portogallo, Germania, Spagna, Italia, Bosnia ed Erzegovina e Serbia. 

– Per quanto ne so, questo progetto è l’unico del suo genere nell’Europa sudorientale, ed è motivo di orgoglio sia per noi che per la città di Prijedor, e l’importante è che l’interesse non stia diminuendo – ha sottolineato Eremić. 

Il vicesindaco di Prijedor, Zarko Kovacevic, afferma che il governo locale continuerà a sostenere l’arte e questo progetto. 

– Prijedor è una città di murales, pittori, artisti, qui l’Amministrazione Comunale ha sostenuto finanziariamente questa storia e questo murale. Sono particolarmente contento che il murale si trovi in ​​una scuola pubblica e che proprio un cittadino e artista di Prijedor abbia dipinto questo murale – ha concluso Kovačević.

L’obiettivo di questo progetto è quello di marcare Prijedor come una città di pittori e di renderla riconoscibile attraverso murales nella regione più ampia e sulla mappa culturale d’Europa, sottolinea l’Associazione degli Artisti di Prijedor. 

– Abbiamo davanti a noi l’ottavo murale di Prijedor che si realizza interno al progetto “Prijedor – città dei murales” che promuove l’Associazione Artisti di Prijedor in collaborazione con la città di Prijedor e i nostri amici dell’Associazione Progetto Prijedor e della comunità trentina, che hanno sostenuto questa storia dal primo momento – ha aggiunto Boris Eremić. 

L’Associazione degli Artisti di Prijedor ha istituito un premio chiamato Premio Internazionale Annuale “Paola de Maninkor” per il miglior murale di Prijedor. È un’artista trentina che ha realizzato il primo murale a Prijedor nel 1998 sulla Scuola elettrotecnica e meccanica di Prijedor insieme ai ragazzi dei Centri per profughi.

Portali: kozarski.com e prijedordanas.com

Link: 

https://kozarski.com/prijedor-dobio-svoj-osmi-mural/?fbclid=IwAR2CiOg7XyS9vEogugNReIIGAtWJ1PAl14qhwnnTuRPoAZpgYR_ya0-2BBM

http://www.prijedordanas.com/?p=176630&fbclid=IwAR0jvAQrKZt-gOJ_3-mwB8ipWXsvBZzUZUN5SHzYcjTLP4aQ3meHlxHSo-U

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Inaugurare ottavo murales a Prijedor – Premio internazionale Paola de Manincor.

 

COMPUTER PORTATILI PER GLI STUDENTI DELLE SCUOLE DELL’OBBLIGO E SUPERIORI

Questa settimana, presso l’amfiteatro del Centro scolstico di Prijedor, sono stati consegnati 25 computer portatili ai rappresentanti delle scuole dell’obbligo e scuole superiori di Prijedor, destinati agli studenti che non possono acquistarli e che ne hanno bisogno per le lezioni online. I portatili sono stati finanziati dal Comune di Trento e cofinanziati dal Comune di Prijedor.

Si tratta del progetto “Rafforzare la cooperazione tra le scuole di Prijedor e del Trentino e sostenere la qualità della didattica a distanza”. “La consegna di computer portatili alle scuole primarie e secondarie di Prijedor non ha come obiettivo solo di migliorare la qualità dello studio a distanza, ma anche di rafforzare la collaborazione tra istituti scolastici tra Prijedor e Trentino, ovvero soprattutto tra studenti”, ha affermato Ezio Pilati, presidente dell’Associazione “Progetto Prijedor”.

La gratitudine per questa donazione non è stata nascosta nelle scuole di Prijedor. La cooperazione tra Trento e Prijedor, come dicono, continuerà nel periodo successivo.

“Ogni donazione, soprattutto in senso tecnico e di attrezzature per le scuole, significa molto per noi. Siamo grati ai nostri partner dall’Italia per questo prezioso dono. Speriamo che questa cooperazione duri per anni”, ha affermato Aleksandar Miljesic, presidente del Comitato direttori delle scuole superiori di Prijedor.

L’acquisto di computer portatili è costato circa 16.000 KM, di cui la città di Trento ha stanziato più di 11.000 e la città di Prijedor circa 5.000 KM.

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Grazie alla collaborazione pluriennale tra Trentino e Prijedor.

 

CORSO ONLINE DI AVVIAMENTO PER MICROIMPRESE E MICROCREDITO

CORSO ONLINE DI AVVIAMENTO PER MICROIMPRESE E MICROCREDITO

E’ iniziata oggi, 22 settembre 2021, la seconda fase del corso di formazione avviamento per imprese e microcredito. Questa seconda fase della formazione sarà centrata sulla comprensione pratica e sul vostro lavoro per la creazione di un piano di impresa, in modo da acquisire competenze necessarie per l’avviamento di un impresa.

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Solidarietà europea: insieme per la Giornata delle fasce bianche

Solidarietà europea: insieme per la Giornata delle fasce bianche

 

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La giornata delle fasce bianche, in un’edizione di qualche anno passata. Foto tratta dalla pagina facebook dell’associazione “Jer me se tiče

Si è tenuta ieri in molte città europee la Giornata delle fasce bianche, per mantenere viva la memoria delle vittime della pulizia etnica a Prijedor. Ne parla Edvard Cucek in un articolo già apparso nel sito dell’Osservatorio Balcani e Caucaso – Transeuropa

Anche quest’anno alcune città della Regione Trentino-Alto Adige assieme ad altre città italiane prenderanno il loro posto in fila del lungo elenco delle città mondiali che ogni 31 maggio solidarizzano con la città bosniaca di Prijedor, solidarizzano con i suoi cittadini – purtroppo non tutti – nella loro battaglia contro la discriminazione, contro il negazionismo e per il diritto alla memoria.

Per il diritto di ricordare le vittime civili e innocenti

Tutto è partito il 31 maggio 2012 con la “ribellione pacifica” di un giovane cittadino di Prijedor di nome Emir Hodžić che si mise a “protestare” in silenzio nella piazza principale di questa città bosniaca conosciuta per la terribile pulizia etnica che vi è avvenuta.

Quel giorno di maggio Emir che se ne stava immobile con una fascia bianca al braccio e davanti ad un sacco semivuoto con sopra una rosa, ha manifestato contro il silenzio di omertà e il silenzioso negazionismo.

Venti anni prima una giunta guidata dai serbo-bosniaci aveva preso il potere in città dopo aver rovesciato il governo legalmente eletto alle prime elezioni democratiche nella Bosnia Erzegovina indipendente: ai cittadini non serbi della municipalità di Prijedor venne imposto di segnare le proprie case con un lenzuolo bianco e quando uscivano di casa di indossare una fascia bianca. Fu il primo passo verso la pulizia etnica che si scatenò di lì a poco.

Una fascia bianca sul braccio con davanti un sacco bianco semi vuoto e sopra appoggiata una rosa: Emir restò così nemmeno un’ora, in silenzio assoluto. Silenzio che tuonava sopra le vie del centro storico. Nessuno gli chiese né perché né che cosa facesse. Fu chiaro a tutti che cosa invocava questo ragazzo muto e immobile. Nemmeno le forze dell’ordine, poco dopo inviate in piazza, gli contestarono niente e non gli imposero di interrompere questa insolita “performance”, come i giornali locali la chiamarono successivamente.

Il suo fu un gesto per ricordare le 256 donne innocenti uccise a Prijedor dal 1992 al 1995, i 102 bambini uccisi, tutte le vittime civili dei tre campi di concentramento, 31.000 persone vi vennero internate, 3000 di queste vennero uccise. Per non perdere la memoria di quella vergognosa ordinanza che ricorda molto la Germania nazista degli anni Trenta.

Le reazioni

La storia delle fasce bianche fu così risvegliata, a dieci anni di distanza. Già dall’anno successivo vi fu una risposta massiccia anche nelle altre città bosniaco erzegovesi. Il sindaco di Prijedor di allora e tutta la sua giunta comunale iniziarono a comprendere che i tempi per fare i conti con il passato erano arrivati.

Ma la loro risposta non fu minimamente adeguata e per nulla solidale. Anzi, gli organizzatori, a quell’epoca semplici cittadini e una sola associazione, “Kvart” che aveva avuto il coraggio di sostenere la causa, vennero accusati di tentativi di destabilizzazione della municipalità e di false interpretazioni del doloroso passato. E ricevettero molte minacce.

La risposta della cittadinanza fu la nascita dell’iniziativa “Jer me se tiče” (Perché mi riguarda) che riuscì ad unire diverse realtà dell’associazionismo locale anche di orientamenti diversi. Tutti uniti nel desiderio di togliere questa piaga della vergogna dalla loro città e di cominciare il doloroso percorso della riconciliazione e di una almeno parziale condivisione del passato.

Già due anni dopo, esattamente il 25 novembre del 2014, uno degli organizzatori della prima silenziosa protesta del 2012, Fikret Bačić, presentò una richiesta alla municipalità di Prijedor, avanzata dai genitori delle 102 vittime minorenni e firmata da 1175 cittadini di Prijedor, sostenuti da altre 242 persone non residenti a Prijedor, per la concessione di un luogo dove poter erigere un monumento in ricordo dei loro figli.

La richiesta è stata fino ad oggi ignorata – e in certi momenti anche ostacolata – dalle autorità comunali. Questo nonostante i tentativi di mediazione da parte di diversi soggetti esteri presenti sul territorio bosniaco da tanti anni: Osce, Amnesty International e tante altre associazioni. Una lettera di richiesta d’aiuto firmata dai genitori delle vittime minorenni fu inviata negli anni scorsi addirittura al sindaco di Trento, allora Alessandro Andretta, affinché intervenisse come sindaco di una città italiana molto amica di Prijedor.

La giornata della fasce bianche oggi

La Giornata, ormai internazionale e giunta alla decima edizione, oggi ha come protagoniste circa 80 città in tutto il mondo che in vari modi ricordano i drammatici fatti di quel 31 maggio 1992 richiamando l’attenzione su quelle ingiustizie e discriminazioni che tanti esseri umani su questo nostro pianeta vivono quotidianamente.

Trento, città dove io abito, ha promosso quest’iniziativa per la prima volta nel 2108. Fu voluta dalle associazioni “46° Parallelo” e “Trentino con Balcani” in collaborazione con il “Forum Trentino per la Pace e Diritti Umani e l’associazione “Progetto Prijedor” e fu un’iniziativa subito sostenuta anche da OBCT, dagli Scout trentini e da tanti altri.

È una della poche città che partecipano che non ha tra gli organizzatori alcuna associazione di profughi/cittadini bosniaci. Nella maggioranza dei casi infatti l’impulso iniziale è partito proprio da loro. E questo fa onore al senso di solidarietà della mia città alpina.

Intanto a Prijedor, proprio quest’anno, Fikret Bačić potrebbe finalmente indicare ai presenti il posto dove, ancora non ufficialmente, potrebbe sorgere un piccolo monumento ai nostri piccoli che non abbiamo saputo proteggere. E io mi auguro che molte altre città italiane scenderanno presto tra le fila di coloro che non vogliono essere indifferenti. Insieme come italiani, come europei e come esseri umani.